Oudolf, Clement, Blanc.
Un vivaista, un paesaggista, un botanico.
La triade più citata, acclamata, imitata e criticata di questi ultimi 10-15 anni. (In ambito paesaggistico naturalmente!)
Io li "amo" tutti e tre senza riuscire ad essere critica.
Di Oudolf amo l'effetto pittorico, scapigliato, sorprendente che i suoi accostamenti riescono a creare. Penso che abbia rivoluzionato la bordura mista creata dalla Jekyll prolungandone la stagione ornamentale, riducendo le necessità manutentive ma soprattutto ottenendo dei meravigliosi effetti pittorici che rimangono inimitabili.
Di Clement amo la capacità narrativa ed inventiva che impiega nell'ideare i suoi progetti.
Ricordo ancora la fortissima impressione che mi fecero i giardini del Quai Branly a Parigi. Una ricchezza di forme, materiali, colori, volumi, PIANTE, simboli da perdere la testa! Tutto in uno spazio relativamente piccolo, in condizioni di ombreggiamento talvolta estreme e senza mai perdere il senso dell'unitarietà del progetto. Giravo per il giardino estasiata ringraziando la grandeur francese che aveva permesso al paesaggista di utilizzare tutte quelle specie e quei materiali per un giardino che non doveva neppur essere la principale attrattiva del luogo (per dire in Italia ci saremmo contentati dell'edificio progettato da Jean Nouvel, della parete verde di Patrick Blanc e attorno ci avremmo sistemato una piazzetta e qualche posto auto).
Infine Blanc...
per me le sue sono opere d'arte, punto.
Immagino sia noto a tutti il proliferare di muri verdi tecnologie e brevetti alternativi a quelli del suddetto.
Cagate.
Nella maggior parte dei casi non hanno nessuna ragion d'essere.
Non hanno nessuna ragion d'essere quando chi sceglie le piante da utilizzare per questo tipo di copertura non ha lo stesso tocco d'artista e le medesime profondissime conoscenze botaniche di Blanc.
Se nelle imitazioni, citazioni, omaggi a Blanc spesso non ci vedo nulla di positivo guardo con simpatia e speranza verso gli esperimenti di paesaggisti e vivaisti che sulla scia di Oudolf cercano di importare anche in Italia l'uso di graminacee e perenni in grado di regalare un tocco di colore alle nostre città; ecco perchè ho provato ad elaborare un paio di schemi sulla falsariga di quelli di Oudolf.
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