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domenica 15 settembre 2013

Gentiana asclepiadea

Laghi di Plitvice 26 agosto 2013 (Croazia)
Gentiana asclepiadea

Non ho una foto che renda giustizia ai laghi, al loro meraviglioso spettacolo ed alla vegetazione che li circonda. Per farsi un'idea della bellezza di questo sito è più utile fare una ricerca immagini su google. Nel programmare il viaggio, occorre tenere conto che il parco è pieno di turisti  e sarà necessario armarsi di molta pazienza, soprattutto quando vedrete uno dei nostri incauti connazionali pasturare i pesci come se si trovasse al Parco Sempione (ricordo che anche lì in teoria è vietato dar da  mangiare agli animali "selvatici") .


Cornus mas nel suo habitat naturale, (laghi di Plitvice)

sabato 16 febbraio 2013

A caccia di bucaneve

Passato l'esame di stato viene anche il momento di concedersi una gita.
Il posto è il medesimo dello scorso  ANNO ma il periodo è un altro.
Metà febbraio invece di fine marzo.


La neve rende tutto più suggestivo, ma lo scopo della gita non è quello di godersi l'insolito paesaggio innevato, bensì verificare se almeno quassù, nei lembi boscati dell'alta Brianza, ancora fioriscono i bucaneve.


Niente!
Dei bucaneve nessuna traccia,probabilmente non è il loro areale, in compenso, dove la neve si ritira, fanno capolino graziosi mazzolini di Leucojum vernum. 


Sono molto soddisfatta lo stesso.
Prima di rientrare a casa la Brianza ci fa un ultimo regalo:



un tramonto in technicolor ci sorprende superata l'ultima collina. 
Ringraziamo le polveri sottili.

Il mio suggerimento è lo stesso dell'ALTRA volta: se abitate nei paraggi di Lesmo (Monza) il sentiero verso Cascina Pegorino merita una visita.


lunedì 4 febbraio 2013

Notte prima degli esami

Basta!
Le procedure di VIA VAS e AIA mi escono fuori dalle orecchie, la Convenzione europea del paesaggio inizia a farmi orrore ed il Codice dei beni culturali e del paesaggio ancora di più!
Per rilassarmi sono passata ad esplorare quali siano i parchi italiani attrezzati con aree espositive all'aperto, pensando che quando mi ritroverò di fronte alla commissione romana dovrò pur giustificare le mie miserande scelte progettuali con qualche elegante riferimento a opere realizzate.
Così...
Ho riscoperto la fondazione Maeght e l'Uovo di Mirò che non dimenticherò mai.
Ho sognato per l'ennesima volta di poter mettere piedi nell'opera di Niki de Saint Phalle
Ho sbirciato il sito del "parco" Arte Sella  e quello della Collezione Gori
Per caso mi sono imbattuta in QUESTO 
e mi è tornata alla mente una gita di ottobre.

Da sinistra: Monte isola in un uggioso pomeriggio; le piramidi di erosione; le torbiere del Sebino , foto di  Staiano Raffaele (che io avevo la compattina scarica).
Per il mio compleanno avevamo deciso (io e il fantasmino che compare un paio di foto più giù) di sfruttare "l' x-box" e di passare un paio di giorni a Zone piccolo e meraviglioso comune nei pressi del lago d'Iseo.
Ovviamente prima di partire avevamo perso altrettanto tempo per decidere quali itinerari percorrere e quali posti visitare: Monte Isola, le Piramidi di Erosione, il percorso ciclabile Vello-Toline (che purtroppo trovammo chiuso, causa frana di due anni prima) ma soprattutto  le Torbiere del Sebino. 
Il percorso detto "Bosco degli gnomi" lo avevamo tenuto come seconda scelta. 
Ma il caso ha voluto diversamente.
Abbiamo trovato il tempo per fare il percorso di "Bosco degli gnomi" e io sono rientrata in albergo entusiasta, riportando un mucchio di impressioni positive e suggestioni per ipotetici progetti.

Il percorso comincia a pochi passi di distanza dall'abitato di Zone. 
Il paesaggio verso valle è dolce, il bosco che cresce lungo le colline ondulate lascia il posto ai prati del pascolo. 
Il Rosso, nel tempo, ha inserito ai lati del sentiero le sue opere ricavate da vecchi alberi, tronchi e ceppaie. Il nucleo centrale della suo lavoro, costituito da gnomi e ed animali del bosco, si incontra a metà del percorso ma è molto cresciuto nel tempo. Già all'inizio del percorso, infatti, ci imbatemmo in inaspettate figure: i draghi. I draghi che sembrano vigilare il bestiame come sentinelle, strappano un sorriso. Mi sono piaciuti da matti! Li ho immaginati inseriti in un parco giochi. L'intervento minimo dell'artista sul legno morto trasforma una vecchia ceppaia in una creatura fantastica (che all'occorrenza può fungere da asse di equilibrio) senza snaturare la forma del legno.

Il percorso a valle: le prime opere. Assolutamente da notare il muretto a secco e la pavimentazione in ciottoli della prima foto che se non ramento male dovrebbe essere uno dei frammenti recuperati della antica strada Valeriana.

Ogni drago ha il suo nome: a sinistra il Drago Rubino (gli ogghi sono illuminato da rossi fondi di bottiglia) a destra il drago Vinicio che fa la guardia ad una mandria di mucche al pascolo.
Verso metà percorso, alle porte di quello che era cupo bosco di faggi, ci siamo imbattuti negli gnomi promessi.
Non ho foto decenti degli gnomi purtroppo, ma mi sono sbizzarrita con le civette.
Alcune delle civette intagliate nei tronchi di alberi (con le radici ancora nel terreno) che sbucano ai lati del sentiero.

Non abbiamo completato tutto il percorso previsto per raggiungere la cima del monte Guglielmo perché ad un certo punto ci siamo imbattuti nel cartello che invitava a visitare il laboratorio del Rosso. Abbiamo imbucato un sentiero laterale e, dopo un breve tratto, ci siamo trovati di fronte ad una terrazza naturale lungo la quale era stato costruito un rustico casolare di bianco intonacato, nel punto dove il declivio cambiava pendenza il "Rosso" aveva realizzato la fantastica recinzione che potete vedere nelle foto sottostanti.

La poetica recinzione del laboratorio del Rosso. Le mie pessime foto purtroppo non rendono giustizia né all'opera né al contesto.

Certo non è recinzione adatta ad ogni giardino, ma in questo contesto la recinzione marcava una netta distinzione tra gli spazi dell'uomo e quelli della campagna permettendo all'abitazione di dialogare con il paesaggio circostante.

venerdì 23 marzo 2012

Araldi di primavera

In questo periodo, come ogni anno, le rubrichine verdi  di riviste e giornalini omaggio si coprono delle immagini in technicolor di bulbose primaverili, camelie, primule e leziose fioriture stagionali. Gli interminabili giardinetti delle villette a schiera che dal sud al nord di Milano coprono le periferie "bene" della grande città   esplodono negli sgargianti colori della primavera: un concentrato di gialli, rosa, fuxia e rossi che stordiscono. Colori saturi accostati l'uno con l'altro, forse per allontanare i fantasmi dell'inverno. Di fronte a tanto clamore, a volte penso che male non ci farebbe osservare come la natura accosta e dosa i colori più accesi fondendoli col bruno dei rami non ancora coperti di verde e con le delicate tessiture delle prime foglie.

Autodromo di Monza nei pressi della parabolica: viole e primule
Se qualcuno volesse osservare....
In questo periodo nel parco della valle del Lambro il sottobosco è un tripudio di Anemoni in fiore, Scillae,  Erythronium dens-canis, qualche rarissimo Leucojum, Primulae e Pulmonaria.
Il parco della valle del Lambro è grande, io per ora ho percorso solo questo sentiero QUI, e spero che con il week-end alle porte questo possa essere un buono spunto per una gita domenicale.

In rosso l'area dell'itinerario nelle valli del Pegorino e del Rio Cantalupo. L'itinerario è compreso tra i comuni  di  Gerno e Lesmo provincia di Monza.     Lesmo si raggiunge agevolmente con un paio d'ore di bicicletta partendo da Monza e percorrendo il noto parco che circonda la Villa Reale.

Prunus sp. all'ingesso del sentiero nel bosco

Il sentiero è lambito da distese di Anemone nemorosa

Anemone nemorosa
Leucojum  vernum

Erythronium dens-canis, sembra prendere il posto dell'anemone laddove il bosco si fa più fitto

Primula vulgaris 

Scilla bifolia

Pulmonaria officinalis

martedì 21 febbraio 2012

Sono superstiziosa

Parco del Valentino, uno scorcio del fiume Po maggio 2010 (anche se non si capisce, la piantaccia in primo piano è proprio un tiglio)

Quando le cose proprio non vanno, c'è solo una cosa che mi ha sempre portato fortuna: il profumo della fioritura del tiglio. Peccato manchi ancora parecchio tempo.
In questi giorni mi dovrò accontentare del Chimonanthus praecox, deliziosamente profumato, ma a mio avviso non altrettanto efficace come portafortuna.

Che io sia una pessima fotografa già l'avevo dichiarato, la foto sopra è solo la prova provata  della fioritura del  Chimonanthus  dei giardini di via Palestro.
Per chi fosse di Milano e volesse godere di questo delicato anticipo di primavera consiglio un giro ai giardini di via Palestro (vicino al museo di storia naturale) o al Parco Sempione. In entrambi i casi, chiunque si sia occupato di sistemare le piante, ha avuto l'accortezza di piantarne più esemplari l'uno vicino all'altro creando delle inaspettate macchie di colore e di profumo che accolgono i fanatici del jogging nei mesi invernali.


sabato 21 gennaio 2012

Il monumento

Novembre 2005; l'incrocio tra corso Vittorio Emanuele II e corso Galileo Ferraris ospita, al centro di una rotonda, il monumento a Vittorio Emanule II.

I giardinieri della città di Torino sono fantastici! Uno degli angoli dove danno il meglio di se è l'aiuola ai piedi del "MONUMENTO", ovvero, il monumento a Vittorio Emanuele II.
Se capitate di lì prendete nota delle specie e dei disegni impiegati per decorare l'aiuola: in genere vengono proposti accostamenti molto originali  che un appassionato giardiniere potrebbe replicare abbastanza facilmente. Nulla a che vedere con la banalità delle aiuole milanesi (vedi quella di fronte al Castello Sforzesco) dove si ripropongono anno dopo anno i soliti ciclamini, la solite pansè, le solite gambe di vetro.
Gardeners of the Turin's city are amazing! You can see good examples of their work in flower bed at base of the monument to Vittorio Emanuele II or in front of "Castello del Valentino".
If you visit Turin and his monuments take also a look-see to the designe of its public garden. Species and ormanental patterns eployed by Turin's gardeners  could be easily copy by every gredening lover. Unlike the ordinary chioices that you can see in flower beds of Milan (for example flower bed in front of Castello Sforzesco) , species and ornamental patterns choose for flower beds of Turin are unusual and smart.


Il monumento a Vittorio Emanuele II (primo re d'Italia) fu voluto e fatto costruire dal figlio, re Umberto I, tra il 1882 e il 1899 su progetto dell'architetto Pietro Costa. (fonte wikipedia)
Il Monumento posto a capo di una gigantesca colonna dorica, per via delle sue proporzioni fuori scala, è uno dei punti di riferimento utili ad orientarsi all'interno della città, forse è per questo che i vecchi torinesi lo chiamano proprio così: IL MONUMENTO, come se fosse   impossibile confonderlo con qualcosa d'altro.
Umberto I had one's monument built by architect Pietro Costa, between 1882 and 1899, to commemorate his father Vittorio Emanuele II that was the first king of unified Italy.
Old citizen dewellers of Turin usually call this enourmous statue "The Monument".
The affection for the monument of Vittorio Emanuele II, probably, is the result of the habit to consider The Monument like one of the most important landmarks of the town.

La sistemazione dell'aiuola, immortalata nel disegno risale al novembre del 2005, forse nemmeno una delle sistemazioni più riuscite tra quelle che mi è capitato di ammirare a Torino. La più bella che rammento, composta da  ..?!?.. ecco non feci in tempo a fotografarla!

Seguono le pessime foto, scattate da me medesima, che spero possano servire per illustrare come a volte bastino pochi colori  (bianco, verde e un tocco di giallo) e poche specie (solo crisantemi in questo caso) per rendere un disegno formale molto interessante.
In the pctures below you can see clearly the flower arrangement. 
One species and three colurs only mark the area, the scheme is very formal but I think that the result is very interesting.

November 2005; the Flower bed in the middle of the crossroad between "corso Vittorio EmanueleII" and "corso Galileo Ferraris" 

Novembre 2005; Only three colours, white, green and a touch of yellow, enlighten the winter composition.


giovedì 22 settembre 2011

Padova Prato della Valle

Padova sabato 17 settembre 2011, uno scorcio di Prato della Valle
Lo scorso fine settimana, ospite dagli zii di Padova,  ne ho approfittato per visitare il Flormart, seguire il workshop ECOtechGREEN organizzato dalla rivista Paysage e ... visitare un pochino la città. Il tempo dedicato a Padova a dire il vero è stato molto molto poco, quindi la vista al famigerato e antichissimo orto botanico è stata rimandata ad un'altra occasione. 
Due passi a Prato della Valle era però proprio il caso di farli! 
Come spiega F. Panzini nel suo "Progettare la natura, architettura del paesaggio e dei giardini dalle origini all'epoca contemporanea", Prato della Valle può essere considerato uno dei primi esempi di PARCO PUBBLICO in Europa.

domenica 17 luglio 2011

Dal treno

In realtà le fioiture dell'echium hanno smesso da un pezzo di occhiggiare tra i binari delle stazioni toccate dall'interregionale Milano-Torino ... adesso è tempo di senecio inaequidens (margheritina gialla) oenothera biennis (gialla anch'essa),  verbascum sp. e... linaria vulgaris un tripudio di gialli, ma il blu è un'altra storia!

mercoledì 8 giugno 2011